i progetti del chiaro del bosco
Percorsi di empoverment: famiglie e disagio psichico
L’esperienza della malattia mentale travolge il famigliare con cambiamenti personali e di tutto il nucleo famigliare al punto di sentirsi persi. Ritrovare una dimensione normale in cui potersi esprimere è frutto di un paziente lavoro su se stessi che porti anche a poter guardare avanti, a elaborare la perdita di un equilibrio familiare e il ritrovamento di un nuovo sguardo sulla propria vita e sul proprio futuro.
In questo ambito è emersa l’utilità di una serie di interventi a supporto di processi di empowerment e consapevolezza dei familiari secondo modalità non tradizionali e quindi non attualmente offerte dai servizi psichiatrici territoriali.
Accanto infatti alla psicoeducazione, alla terapia familiare, alle riunioni con i genitori che generalmente fanno parte delle attività istituzionali dei servizi con una connotazione sanitaria o terapeutica, è emersa la richiesta di spazi di confronto, riflessione a supporto di percorsi di empowerment e consapevolezza.
Se io potrò impedire
a un cuore di spezzarsi
non avrò vissuto invano –
Se allevierò il dolore di una vita
o guarirò una pena –
o aiuterò un pettirosso caduto
a rientrare nel nido
non avrò vissuto invano.
E. Dickinson
- Potenziare le competenze e le consapevolezze di tutti i famigliari coinvolti sia a livello associativo che comunitario, al fine anche di offrire strumenti per fortificare e incrementare la percezione di “contare” nel sistema dei servizi (empowerment e capacità contrattuale)
- Allargare la rete territoriale dei gruppi di famigliari coinvolti
- Ampliare l’offerta degli interventi a supporto dei familiari di persone con disturbi psichici in modo tale che, di concerto con i servizi psichiatrici territoriali, i familiari possano orientarsi lungo un continuum che va da interventi condotti, più orientati verso la psicoeducazione, ad interventi orientati all’automutualità, alla partecipazione attiva.
- Favorire percorsi di empowerment anche secondo modalità innovative e tecniche non cliniche come la scrittura autobiografica/narrazione di esperienze personali.
- Contribuire alla sensibilizzazione e alla diffusione di una cultura della partecipazione degli utenti e dei familiari ai percorsi di cura e alla valutazione delle attività dei servizi.
- Contribuire a diffondere presso gli operatori dei servizi dati, informazioni, esperienze, etc direttamente elaborate dai familiari secondo metodi della ricerca/intervento sociale che vadano ad integrare l’utilizzo di strumenti e tecniche più proprie della psichiatria clinica.
Il progetto sarà articolato in due azioni:
Il nucleo iniziale di promotori composto da membri di almeno 2 gruppi di famigliari e/o associazioni, da un rappresentate degli enti locali e del DSM si occuperà di raggiungere il maggior numero di gruppi di familiari da coinvolgere nelle azioni del progetto. In questo modo si verrà a costituire un gruppo allargato in cui siano rappresentati i maggiori gruppi presenti sul territorio. Tale gruppo si occuperà di individuare temi maggiormente sentiti dai gruppi di provenienza, tempi e modalità di realizzazione degli incontri di sensibilizzazione. Sono ipotizzabili 2-3 incontri di elaborazione della proposta.
In secondo momento, dopo questi primi incontri verrà proposto ai partecipanti un approfondimento del lavoro attraverso il racconto delle storie di vita. In questa fase è prevedibile che ci sia un calo delle presenze che porterà a costituire un gruppo di 10 massimo 15 persone che si incontreranno regolarmente per la realizzazione della seconda fase del progetto. Non è escluso che di questo gruppo ristretto possano fare parte, non solo familiari, ma anche utenti esperti, o operatori particolarmente interessati a mettere in dialogo la propria esperienza con quella dei familiari.
A seguito specifichiamo in modo più dettagliato le due azioni esposte:
Sensibilizzazione e proposta
Gruppo di almeno 2 membri di gruppi o associazioni, 1 rappresentante degli E.E.L.L. e uno del DSM: 1 incontro per valutare elaborare gli inviti ai i gruppi del territorio. Particolare attenzione verrà posta al valore della partecipazione in qualità di “sensibilizzatori-formatori” di famigliari e utenti esperti.
Gruppo allargato di sensibilizzazione: almeno 4 membri di gruppi o associazioni, singole persone particolarmente attive o interessate, e operatori sociali di comuni e DSM. Ruolo del gruppo sarà individuare con chiarezza temi e registri comunicativi da utilizzare durante gli incontri, e numero di incontri. È possibile ipotizzare 3-4 incontri con l’utilizzo di formazione di esperti psichiatri per la farmacologia e psicopatologia (bisogno già raccolto in passato che verrà verificato in questo gruppo), esperti della riabilitazione e dell’integrazione sociale e delle strategie di comunicazione fra familiari e servizi bisogno già raccolto in passato che verrà verificato in questo gruppo), visione di film o lettura di testi che parlino dell’esperienza della malattia mentale al termine dei quali prevedere spazio di discussione moderata da un esterno.
Durante l’ultimo incontro di formazione-sensibilizzazione verrà raccolto un questionario sui bisogni formativi per prossimi progetti e una valutazione delle possibili continuazioni del progetto in essere. In questa sede verrà presentata la tecnica del racconto di storie autobiografiche e proposto il laboratorio. Sarà possibile iscriversi già in quella data o attraverso l’iscrizione on-line sul sito www.ilchiarodelbosco.org e www.reteterritoriale.org oppure recandosi presso i CPS territoriali del DSM.
Il gruppo allargato elaborerà i questionari di gradimento e si troverà a fare una valutazione del percorso al termine dei primi incontri, prima dell’attivazione del laboratorio. Tale verifica avverrà anche attraverso i questionari di gradimento che verranno distribuiti al termine degli incontri allargati. La stessa procedura verrà utilizzata anche al termine del laboratorio
Laboratorio di autobiografia:
L’autobiografia è uno spazio per sviluppare la capacità di apprendere da se stessi, per comunicare anche agli altri. Se facciamo spazio al pensiero autobiografico, soprattutto non in modo episodico, è possibile creare un luogo interiore di benessere e di cura. Raccontarsi all’atro che si fa custode della storia, raccogliendola attraverso le attenzioni auto (bio) grafico costituisce un’affermazione della propria presenza nel mondo che prende sostanza nel racconto che dall’oralità accede alla scrittura attraverso la co-costruzione del testo tra narratore e biografo.
Il laboratorio avrà cadenza settimanale con una durata di 3 ore in orario da definirsi a seconda delle esigenze dei partecipanti, e avrà probabilmente inizio nel 2008. Per le caratteristiche del laboratorio si prevederà la partecipazione fino a un massimo di 15 persone. Verrà utilizzato il metodo elaborato dalla Libera Università dell’autobiografia di Anghiari fondata da Duccio Demetrio (accennato nel punto 2.a). Anche in questo caso ci sarà spazio di co-individuazione di strumenti e termini fra i partecipanti e l’esperto presente. Nessuno dei partecipanti sarà spinto a raccontare più di quanto non voglia condividere, sarà comunque necessario creare un clima di tranquillità e di accoglienza che permetterà di raccontare episodi che potrebbero rimanere come esperienza del gruppo ma non resa nota all’esterno di esso. Il laboratorio per agevolare la partecipazione dei familiari potrebbe essere svolto in diverse sedi.
Le autobiografie verranno, previa autorizzazione, raccolte inizialmente in un fascicolo autoprodotto e stampato in un volume in un secondo momento. Revisionate per l’aspetto grafico e ortografico, in modo da renderle eventualmente disponibili per una fruizione da parte di altri familiari e da un pubblico più allargato. Il volumetto verrà distribuito durante un incontro conclusivo di restituzione e verifica al termine del progetto. Tale occasione potrebbe esser utilizzata per l’individuazione di possibili futuri progetti insieme.
Con la collaborazione del formatore del laboratorio si programmeranno incontri di verifica del percorso (probabilmente coincideranno con gli incontri di verifica del gruppo allargato)
progetto Percorsi di empowerment
le iniziative del progetto
Riflessioni per un laboratorio di scrittura (3 incontri)
Un alieno a Leno (seminario)
Laboratorio di scrittura (sono previsti 12 incontri per un gruppo di 12 15 persone. La partecipazione prevede ascolto, racconto, lettura, scrittura.)
Libro Il dono della scrittura
Archivio dei materiali
La raccolta di tutti i materiali legati al progetto